L’Italia che affonda

4.12 - La paga del parassita: quanto guadagnano i “baroni” universitari?


Dalla tabella delle retribuzioni dei docenti universitari (ci limitiamo a considerare solo i professori ordinari a tempo pieno, in quanto sono essi i “baroni” incriminati a cui vengono di solito attribuite tutte le malefatte dell’università) a partire dal 1° gennaio 2010 (per cui aggiorniamo i dati di Perotti, che si riferiscono al 2004) apprendiamo che lo stipendio netto (e non lordo!) iniziale è di € 2.897 (arrotondiamo i decimali); quasi a fine carriera con 38 anni di anzianità nel ruolo lo stipendio è di € 5.469, con un incremento di poco meno dell’89% (vedi la figura 68).

Ma tali cifre necessitano di alcuni indispensabili chiarimenti. Innanzi tutto - ed è la cosa più importante - gli anni di anzianità sono nel ruolo e non nella carriera universitaria. Ciò significa che al passaggio di fascia (ad es., da associato ad ordinario) si ricomincia quasi d’accapo perché della carriera pregressa vengono riconosciuti al massimo 8 anni. Quindi, un associato che ha 20 anni di servizio, nel momento in cui diventa ordinario avrà solo 8 anni di servizio e sarà inquadrato pertanto nella 4ª classe stipendiale. Se si considera che lo stesso avviene per il passaggio da ricercatore ad associato, è facile immaginare quanta anzianità si perde. Inoltre, non si diventa ordinari subito dopo la vittoria della “valutazione comparativa”, ma prima si resta per tre anni “straordinari”, con stipendio iniziale fisso (il periodo di “prova”) a cui succede la conferma in ruolo con una apposita valutazione da parte di una commissione nominata dal Ministero. Per cui si perdono altri tre anni. Insomma, per poter sviluppare il massimo della carriera da ordinario, considerando che attualmente il pensionamento è previsto a 70 anni, e così arrivare allo stipendio netto di 4.906 euro (senza considerare gli scatti biennali) bisogna diventarlo almeno a 47 anni, assumendo di avere già accumulato una anzianità di associato di almeno 8 anni e tenendo conto dei tre anni di straordinariato. Ma come sappiamo dall’ultimo rapporto del CNVSU (Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario), Undicesimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario, Gennaio 2011, p. 140) l’età media di ingresso in ruolo per professore ordinario ha il suo massimo nel 2008 di 57,3 anni, con una media di 51,4 nel periodo 2000-2010. Per cui si è calcolato che in media i professori ordinari possono maturare una anzianità di 22-23 anni.


 

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Note e osservazioni


  1. Punti elenco Le cifre fornite dal CNVSU - Ad abundantiam, precisiamo che le cifre qui fornite sono superiori a quelle contenute nell’ultimo rapporto del CNVSU (Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario), Undicesimo Rapporto sullo Stato del Sistema Universitario, Gennaio 2011 (ancora in edizione provvisoria), p. 176, che ammontano rispettivamente a euro 2.690 e 4910, in quanto si riferiscono all’anno 2009.

Quadro 4 - Miti e tristi realtà dell’università italiana